Advertising su Connected TV: tra i trend del 2023 abbonamenti meno costosi alle piattaforme di streaming e più possibilità di investire
14 aprile 2023
Tra i principali trend sul mercato dei consumi di contenuti digitali, il 2023 sarà forse l’anno di crescita e consolidamento della Streaming TV (o Connected TV). In poche parole, della TV connessa a internet. A livello tecnologico, quella delle Smart TV non è una tecnologia nata quest’anno. Hanno iniziato a diffondersi nel decennio scorso, ma solo ultimamente il mercato dell’advertising ha davvero concentrato la propria attenzione su questo mezzo.
Le Smart TV permettono, oltre a trasmettere i tradizionali canali della televisione lineare, di accedere ad una serie di contenuti tramite un collegamento internet. Essere semplicemente connesse non basta per essere una Smart TV. Le televisioni di nuova generazione sono state definite così perchè sono diventate molto più interattive. I telecomandi permettono allo spettatore di accedere ad una libreria di contenuti, utilizzare applicazioni, vedere film e serie accedendo a varie piattaforme di streaming e di navigare in internet. Visti i trend degli ultimi anni, per cui si è andato erodendo sempre di più l’investimento pubblicitario sulle TV lineari a favore degli investimenti digitali (Social Media, Programmatic adv e Digital Audio) il medium della televisione free supportata da pubblicità veniva bollato come condannato a futuro declino. Ma potrebbe non essere così.
Anche i colossi dello streaming e dell’on demand, come Netflix e Disney+, che hanno fatto della possibilità di scelta dei contenuti e dell’assenza di pubblicità il centro della loro proposta di valore, stanno lanciando abbonamenti meno costosi e con il ritorno degli spot pubblicitari, in pre-roll (prima del “play”) o in mid-roll (durante la riproduzione del film o serie). La possibilità di investire in pubblicità si è espansa anche su molti dei contenuti presenti all’interno delle Connected TV. Alcuni di questi sono spot video sponsorizzati dall’inserzionista, erogati in programmatic, ossia in modalità automatizzata (come avviene con i banner sul web) sui contenuti che lo spettatore sceglie dal menù della propria Smart TV.
Il motivo di questo ritorno alla pubblicità su piattaforme e Connected TV (CTV) viene spiegato bene da un report curato da Magnite, attore mondiale nell’advertising su CTV. Secondo la ricerca riportata dallo studio su 5 Paesi europei (Regno Unito, Italia, Germania, Francia e Spagna) la Streaming TV è il mezzo che raccoglie più utenti in assoluto, staccando di molto la TV in chiaro (78% contro 60%) e la pay TV (37%). Non solo, i messaggi pubblicitari veicolati sulla CTV sarebbero più memorabili e godrebbero di maggiore fiducia rispetto agli stessi messaggi veicolati sui Social Network. Inoltre, fatto 100 il numero di persone che consumano vari tipi di contenuti televisivi, l’82% segue prodotti con pubblicità. La tendenza a pagare abbonamenti per contenuti on demand senza advertising si sta infatti invertendo.
Da un lato, per questioni economiche, Magnite spiega che gli utenti stanno riducendo le spese per i loro abbonamenti. Questo deriva anche dal fatto che se inizialmente c’erano una o due piattaforme principali, ora sono diventate molte di più e avere più abbonamenti insieme è diventato difficile da sostenere. Per questo, le piattaforme stanno tornando a proporre abbonamenti meno costosi o free introducendo la pubblicità. Cosa che sta piacendo agli spettatori e che con le Streaming TV aumenterà ancora di più le potenzialità di questo mercato.